Norvegia, il fondo sovrano disinveste dal petrolio. Milano rischia un miliardo

Norvegia
Pubblicazione: 8 marzo 2019
I guadagni del petrolio non potranno più essere investiti in petrolio. Sembra un paradosso ma è questo ciò che farà il fondo sovrano norvegese. Un colosso da oltre mille miliardi di asset in gestione che reinveste gli ingenti proventi che il Paese deriva dalle sue risorse petrolifere e che, da oggi, non potrà più avere titoli del comparto nel suo portafoglio azionario da oltre 681 miliardi di dollari. Si perché oggi il Governo del Paese scandinavo ha ufficialmente deliberato una proposta, caldeggiata dai movimenti che si battono contro il cambiamento climatico, che prevede che il più grosso fondo sovrano al mondo disinvesta tutte le sue partecipazioni nelle società quotate del settore petrolifero.

Il via libera alla proposta, in gestazione da oltre un anno, apre la strata alla liquidazione di un portafoglio dal controvalore di oltre 35 miliardi di dollari. E non è un caso se tutto il comparto abbia reagito negativamente in Borsa alla pubblicazione della notizia 

In questi anni il fondo norvegese aveva già alleggerito la sua esposizione sul comparto energia che, stando a S&P Market Intelligence, è oggi il terzo meno rappresentato in un portafoglio del fondo.

La banca dati ha censito oltre 300 partecipazioni azionarie in società quotate del settore tra cui spiccano quella nell’americana Exxon Mobil, in cui il fondo ha una partecipazione piccola (0,96%) ma che vale molto (3,25 miliardi di dollari); Bp (un 2,25% cha vale 3,22 miliardi); Total (ha l’1,7% che vale 2,6 miliardi); Chevron (un 1% che vale 2,4 miliardi) e Royal Dutch Shell (un 1% che vale 2 miliardi di dollari) per citare le più grosse.

Con circa 9 miliardi di partecipazioni in società quotate italiane il fondo norvegese è il terzo investitore estero a Piazza Affari dopo Blackrock e Vanguard e in portafoglio ha una partecipazione importante in Eni: una quota dell’1,43% che vale quasi 900 milioni di dollari (800 in euro). Oltre ad Eni il fondo norvegese è esposto sulla controllata Saipem (un 1,27% che vale 95 milioni di euro) e in Saras (un 3,24% che vale 55 milioni di euro). Un disimpegno da queste partecipazioni significherebbe un disinvestimento da quasi un miliardo di euro sulla piazza di Milano.