Import e target vincolanti, le richieste dell’Europarlamento sul taglio emissioni metano

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Pubblicazione: 27 aprile 2023

Definita la posizione negoziale di Strasburgo sul taglio emissioni metano

Servono obiettivi vincolanti al 2030. Da applicare anche alle importazioni di energia, non solo a quella prodotta in Europa. Sono i due punti fermi con cui il Parlamento europeo si presenterà ai negoziati finali con il Consiglio sul taglio delle emissioni di metano. Lo ha deciso a larga maggioranza l’aula di Strasburgo con un voto congiunto delle commissioni Ambiente e Industria con 114 sì, 15 no e 3 astenuti.

Una proposta che prova a puntellare nei suoi punti più deboli il regolamento sul metano messo sul tavolo dalla Commissione a dicembre 2021. L’esecutivo europeo, infatti, aveva deciso di restringere molto l’ambito di applicazione, andando così a incidere su una quota limitata delle emissioni di metano totali del continente.

Cosa vuole l’Europarlamento sul taglio emissioni metano
Secondo gli europarlamentari, non ha senso dotarsi di un regolamento sui tagli alle emissioni di metano se non si fissa, contestualmente, anche un obiettivo da raggiungere nel 2030 che abbia carattere vincolante. Questo target, sostiene la proposta di Strasburgo, dovrebbe essere formulato entro il 2025. In più, i Ventisette dovrebbero fissare degli obiettivi specifici per ogni settore nei loro PNIEC.

L’altra novità apportata dall’Europarlamento è l’estensione della copertura del regolamento. La Commissione lo aveva ristretto non solo al comparto oil&gas – lasciando fuori rifiuti e agricoltura – ma addirittura ai soli segmenti fisicamente localizzati in Europa. Un controsenso dato che l’Ue importa gran parte dell’energia che consuma, soprattutto gas, facevano notare in molti. Strasburgo quindi propone di includere nel regolamento anche le emissioni di metano generate in upstream all’estero. Ciò significa ingaggiare i fornitori affinché si adeguino ai nuovi standard europei.

Le altre modifiche al testo della Commissione sono di portata minore. Sull’obbligo per le aziende di individuare e riparare i leak, Strasburgo propone qualche criterio in chiave rafforzativa (monitoraggi più frequenti, interventi più tempestivi). Resta lo stop a venting e flaring, mentre tutti i Ventisette dovranno preparare un piano di gestione per miniere di carbone e siti estrattivi di petrolio e gas abbandonati.