Legambiente: sbagliato investire in nuove centrali a gas in Italia

Legambiente sbagliato investire in nuove centrali a gas in Italia
Pubblicazione: 23 novembre 2020
Si moltiplicano gli annunci per nuove centrali a gas in Italia.

Dopo i progetti di Tirreno Power per 1.600 MW totali tra Civitavecchia e Vado Ligure, torna in campo anche Enel presentando al ministero per l’Ambiente i progetti per nuovi impianti a La Casella e Trino (prevista l’installazione, in entrambi i casi, di unità peaker da 590 MW da completare con unità a ciclo combinato da 870 MW).

Questi annunci hanno suscitato le critiche di Legambiente.

L’associazione ambientalista, in una nota, afferma che per affrontare la transizione energetica nel nostro Paese non serve nuova potenza a gas, perché le centrali già presenti lavorano per un numero di ore/anno totalmente inefficiente, circa 3.200 ore/anno.

Un numero che basterebbe portare a 4.000 per sopperire alla chiusura delle centrali a carbone e rispondere a tutte le esigenze di sicurezza e flessibilità della rete. I nuovi impianti a gas, prosegue Legambiente, non trovano ragioni tecniche e ambientali, e neppure economiche, visto che si terranno in piedi solo grazie al nuovo sussidio del Capacity Market.

Le risorse, invece, sostengono gli ambientalisti, andrebbero investite per soluzioni volte a ridurre le emissioni di CO2, semplificando le procedure autorizzative e garantendo un ruolo sempre maggiore alle fonti rinnovabili e ai sistemi di accumulo.

“È insensato – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – investire in una centrale a gas in una delle province liguri più avanti in tema di eolico, con quasi 41 MW realizzati e 19 parchi eolici e l’avvio di un nuovo progetto in località Rocche Bianche a Quiliano. Un percorso da valorizzare e replicare anche a Civitavecchia, dove […] è necessario investire su eolico, fotovoltaico e accumulo invece che sulla riconversione a gas, e dove nuove centrali a fonti fossili appaiono quanto mai la peggiore delle risposte”.