Smog, per combatterlo pulire strade e rottamare vecchie auto

Smog, per combatterlo pulire strade e rottamare vecchie auto
Pubblicazione: 16 gennaio 2020
Il blocco dei modelli alimentati a gasolio con omologazione Euro 6, previsto dall'ordinanza firmata dal sindaco di Roma Raggi, che è scattato ieri ha creato enormi disagi per gli automobilisti e soprattutto per quelli che avevano acquistato modelli diesel di ultimissima generazione ed il cui impatto ambientale è assolutamente irrilevante. Ma ha anche generato una serie di reazioni da parte degli operatori del settore automotive e del mondo scientifico e accademico, allarmati per un approccio al problema che - come ha sottolineato l'UNRAE (Associazione delle Case automobilistiche estere) - non punta ad ottenere una vera e concreta soluzione del problema dell'inquinamento atmosferico urbano, considerando che contestualmente al blocco dei diesel più moderni è stata permessa la libera circolazione in deroga di veicoli a benzina con oltre venti anni d'età. Nessuna giustificazione circa una presunta utilità di questo blocco per ridurre le polveri sottili, che sono e restano un grave problema per la salute nelle città, anche da parte di Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility.''Le polveri sottili provengono per metà dagli impianti di riscaldamento - sostiene del Viscovo - e il trasporto, tutto non solo le auto, incide per circa il 10%. Più della metà è invece costituta da polveri della strada sollevate dal rotolamento delle ruote. Basterebbe lavare le strade per abbatterle drasticamente, come accade quando piove. Questi sono dati scientifici ben conosciuti. I tubi di scappamento emettono pochissime polveri e i motori Euro 6 ancora meno. I nuovi diesel poi sono il 20% meno inquinanti dei motori a benzina. Fermarli non ha alcun fondamento''.

Un recente studio realizzato da Maria Vittoria Prati, dell'Istituto Motori del CNR, aveva evidenziato che ''le soluzioni tecnologiche che vengono applicate ai veicoli rispondenti alla Euro 6d-temp sembrano permettere il rispetto dei limiti previsti anche durante la guida in condizioni reali''. E la stessa Prati, nelle conclusioni, indicava come una concreta soluzione al problema della qualità dell'aria nelle città, lo svecchiamento del parco automobilistico che ''comporta delle riduzioni dell'impatto emissivo dei veicoli circolanti, al fine di poter rispondere alle normative ambientali. E' un processo che va guidato per poter utilizzare i vantaggi di ogni tecnologia senza escluderne alcuna, coniugando le esigenze ambientali con quelle di una mobilità personale e collettiva''.