Il caso è all’attenzione della Corte Superiore di San Francisco
Un atto d’accusa di 135 pagine per illustrare 60 anni di menzogne e danni al clima. Appena recapitato alla Corte Superiore di San Francisco. Il mittente è il governo della California. Sul banco degli imputati cinque delle major del petrolio: Exxon Mobil, Shell, Chevron, ConocoPhillips e BP. L’accusa: le compagnie sapevano da decenni qual era l’impatto delle fossili, generato dalle loro attività, sul sistema climatico terrestre, ma hanno volutamente taciuto.
Pagate per il silenzio sull’impatto delle fossili
“Queste persone avevano queste informazioni e ci hanno mentito, e avremmo potuto evitare alcune delle conseguenze più significative… È vergognoso. Ti fa male nel profondo”, ha commentato Gavin Newsom, governatore dello stato della costa occidentale degli Stati Uniti, quello con la legislazione climatica e ambientale più avanzata nel contesto americano e globale.
Secondo il governatore, queste compagnie erano a conoscenza delle conseguenze che l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera avrebbe avuto sul clima della Terra e sulla temperatura globale. Ma hanno mentito sistematicamente, sminuendo il rischio in ogni loro attività pubblica. Un’accusa che ricalca perfettamente quella avanzata ormai da anni da gran parte della società civile.
Portare in tribunale le 5 major, però, per la California non vuole soltanto essere un gesto dimostrativo per ribadire l’impatto delle fossili sul clima. L’obiettivo del governatore è far pagare il conto alle compagnie petrolifere. Anche se in ritardo di anni.
“I contribuenti della California non dovrebbero dover pagare il conto per miliardi di dollari di danni: incendi che spazzano via intere comunità, fumo tossico che intasa la nostra aria, ondate di caldo mortali, siccità da record che seccano i nostri pozzi”, ha aggiunto Newsom. Che chiederà alla corte di condannare le compagnie e obbligarle a finanziare un fondo da cui attingere per far fronte ai danni che saranno causati in futuro dalla crisi climatica. Una sorta di fondo perdite e danni analogo a quello creato alla Cop27, ma su scala globale e dedicato ai paesi in via di sviluppo e meno sviluppati.