Di energia rinnovabile si parla e basta: l’Italia punta sul gas ma sottovaluta le biomasse

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Pubblicazione: 14 febbraio 2022
Ci risiamo, un altro inverno durante il quale non facciamo che ascoltare notizie sul clima che cambia, ovviamente in peggio. Secondo i dati di Fiper (Federazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili), milioni di italiani stanno sperimentando aumenti della bolletta del gas e dell’energia elettrica rispettivamente del 14,4% e del 29,8%. Non proprio quindi in linea con il Green Deal di cui tanto si parla. In aggiunta, con un regalo di oltre cinque miliardi di euro per la riduzione dell’aliquota Iva al cinque per cento a favore dei soli e soliti rivenditori di fonti di energia fossile.

Eppure, non si fa altro che parlare di fonti rinnovabili, efficienza e transizione energetica. Appunto, se ne parla e basta. Senza agire di conseguenza. Sempre secondo i dati di Fiper, da rilevazioni fatte presso i propri associati, gestori di impianti di teleriscaldamento alimentati a biomassa vergine, si è riscontrato che ai clienti allacciati alle reti stesse il prezzo del calore per l’inverno in corso rimarrà pressoché stabile o, in alcuni limitati casi, con un leggero aumento non superiore al tre per cento.

La domanda da porsi è quindi: perché ostinarsi a tutti i costi all’impiego di fonti fossili come il gas quando, almeno nelle zone montane, ci sono ancora oltre 450 comuni non metanizzati, con alternative rinnovabili più economiche e volte veramente alla transizione energetica? Inoltre, perché prevedere nuovi piani di metanizzazione senza analisi costi-benefici come previsto dal Decreto Rilancio, anziché promuovere le fonti rinnovabili presenti sul nostro territorio, quali le biomasse legnose derivanti dalla gestione sostenibile dei nostri boschi con notevoli benefici ambientali, occupazionali, economici e sociali sui territori stessi?

Più volte all’attuale governo Draghi, responsabile della transizione ecologica nel nostro paese tramite lo specifico Ministero, è stata ribadita l’urgenza di investire concretamente sul potenziale delle fonti rinnovabili, in particolare quelle termiche, disponibili sul territorio e sugli interventi di efficienza energetica, in misura congrua. In particolare, risulta prioritaria la messa a punto di una strategia di medio-lungo periodo, che promuova fattivamente nuovi impianti di teleriscaldamento alimentati a biomassa legnosa, prodotta in maniera efficiente e, soprattutto, sostenibile. Al momento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono stati allocati esclusivamente 200 milioni di euro nel 2022 per il teleriscaldamento efficiente, che comprende anche la cogenerazione ad alto rendimento alimentata a gas metano. E mentre Bruxelles propone di incrementare la quota di rinnovabili nella definizione di teleriscaldamento efficiente dal 50 all’80%, l’Italia temporeggia e continua sulla strada del gas.

Il messaggio che Fiper rilancia è semplice: un’alternativa al gas, contro il caro bollette e l’aumento del riscaldamento globale e inquinamento c’è, sicuramente almeno in montagna; e con la dovuta e oculata pianificazione e organizzazione, anche nelle zone non montane. I boschi sotto i nostri occhi sono da decenni abbandonati, eppure costituiscono una fonte rinnovabile a chilometro zero. I 96 impianti di teleriscaldamento associati a Fiper, alcuni dei quali operativi da oltre vent’anni, sono la dimostrazione della validità dell’iniziativa e della messa in atto di filiere di approvvigionamento di biomassa legnosa locale di medio-lungo periodo. Ovviamente, sempre assicurando una reale sostenibilità dell’utilizzo del bosco.

L’utilizzo delle biomasse può veramente rappresentare un contributo concreto alla riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Non può esserci un futuro sostenibile se saremo costretti, sempre, ad importare fonti fossili di cui, nel nostro paese, possiamo fare tranquillamente a meno. È un cambio di mentalità che prima o poi andrà fatto, ma più tardi agiamo e più difficile sarà farlo. Concetti ribaditi anche nell’incontro dei giovani Youth 4 Climate, ove si è sottolineata l’urgenza di accelerare la transizione ecologica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Ormai le nuove generazioni sono avanti a noi e non possiamo continuare con gli errori del passato.