La biodiversità del suolo è essenziale per il sequestro di CO2 e per la scomposizione di sostanze organiche e inorganiche
Batteri, funghi e protisti scompaiono in modo significativo dal terreno a causa del cambiamento climatico. L’aumento globale delle temperature è uno dei fattori più rilevanti dietro il declino della biodiversità del suolo, anche al di sotto della parte più superficiale, la biocrosta. L’evidenza scientifica arriva da uno studio in campo iniziato nel 2009 e durato per 7 anni, e coordinato dall’Institute for Environmental Genomics dell’università dell’Oklahoma.
L’esperimento ha studiato l’evoluzione delle popolazioni di organismi microbici in alcune parcelle di terreno dove i ricercatori hanno variato artificialmente alcuni parametri. In particolare, i suoli sono stati sottoposti a un riscaldamento anomalo, ad alterazioni delle precipitazioni, e alla rimozione annuale della biomassa che cresce negli strati superficiali.
Il risultato? Una tendenza molto chiara al declino della biodiversità del suolo. Nello specifico, lo studio appena pubblicato su Nature Microbiology ha riscontrato una riduzione della ricchezza di batteri del 9,6%, di funghi del 14,5%, e di protisti del 7,5%.
Questi microorganismi sono essenziali per l’equilibrio ecosistemico e forniscono diversi servizi molto rilevanti anche per le attività umane. La loro azione principale è scomporre i composti organici e inorganici, rilasciando nel processo le sostanze che vengono assorbite dagli apparati radicali delle piante. Oltre a questi vantaggi diretti per l’agricoltura, sono sempre questi microrganismi i responsabili del sequestro della CO2 nel terreno. Il degrado della biodiversità del suolo, quindi, comporta un danno anche sotto il profilo climatico.
“I nostri risultati mostrano una prova esplicita che il riscaldamento climatico a lungo termine riduce la biodiversità microbica in un ambiente di campo”, ha detto Jizhong Zhou, prima firma dello studio. “Inoltre, questo è il primo studio che documenta le risposte differenziate dei microbi che formano e non formano spore al riscaldamento climatico ed è il primo studio che documenta il ruolo predominante del riscaldamento nella regolazione della biodiversità microbica”.