Incendio in Sardegna, almeno un miliardo di danni. I rischi erano conosciuti

incendio-1200x630
Pubblicazione: 28 luglio 2021
La foresta non c’è più. Così come le vigne, gli uliveti. Eppoi case e aziende agricole distrutte e animali uccisi dal fuoco. Ventimila ettari di cenere. Nei 13 centri dell’Oristanese colpiti dall’incendio andato avanti per tre giorni si comincia a fare la conta dei danni. Per il momento nulla di ufficiale anche se qualcuno ipotizza una cifra superiore al miliardo di euro. Una prima ipotesi dato che dovrà essere effettuato il censimento di tutto ciò che è stato distrutto dal fuoco alimentato dai 40 gradi di temperatura e dal vento.

Le polemiche
Intanto partono le polemiche. A sollevarle il “Comitato spontaneo Montiferru” che fa circolare la copia di una lettera inviata al sindaco di Cuglieri, all’assessore all’Ambiente e alla Forestale il 7 giugno 2021 in cui chiede un intervento urgente per mettere in sicurezza diverse parti della montagna in cui la «vegetazione è diventata talmente fitta e impenetrabile da rappresentare un pericoloso deposito di combustibile alla mercé di qualsiasi piromane». Lettera a cui replica, a stretto giro anche il sindaco di Cuglieri Giovanni Panichi: «Tutto quello che era di competenza del Comune è stato fatto il resto è invece di competenza degli altri enti ai quali è stata trasmessa la lettera».

Almeno un miliardo di danni
«Il perimetro del rogo - fa sapere la Regione con una nota - comprende un’area stimata al momento in almeno 20 mila ettari». Partendo da questo dato, Ettore Crobu, dottore agronomo e presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Cagliari ipotizza una stima: «Se partiamo dalla cifra dei 20 mila ettari distrutti possiamo dire che l’ordine di grandezza è quello del miliardo di euro almeno».
Perché oltre alla vegetazione le fiamme hanno divorato aziende, animali e un patrimonio ambientale di «70 anni».«Quando si parla di incendi pensiamo ai danni immediati - dice - i roghi comportano la distruzione della sostanza organica dei terreni; la flora spontanea viene spazzata via; i naturali equilibri sussistenti nella fauna selvatica vengono spezzati perché gli animali selvatici scampati agli incendi si concentrano in zone sempre più ristrette. Inoltre non bisogna dimenticare i rischi di alluvione».

Lo stato di emergenza
A pagare il prezzo più alto sono i tredici comuni del Montiferru per i quali la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza propedeutico alla richiesta di dichiarazione di calamità. A Cuglieri il bosco simbolo della rinascita (dopo gli incendi del passato), quello che veniva definito «l’orgoglio del Montiferru», non c’è più. Distrutto dalla violenza delle fiamme che hanno lambito la piazza. Per tutta la notte di sabato e quella di domenica le squadre a terra hanno lavorato per cercare di domare e arginare l’avanzare del fuoco. Poi interventi e disperazione e sfollati a Scano Montiferro e Santu Lussurgiu e Tresnuraghes e gli altri comuni ancora sino ad arrivare a Macomer.