La ricerca passa in rassegna i principali studio sull’impatto dei fuochi d’artificio nel mondo
(Rinnovabili.it) – L’impatto dei fuochi d’artificio sulla fauna selvatica può essere duraturo, non solo a breve termine. Dipende dal periodo dell’anno in cui si svolgono gli spettacoli pirotecnici. I bang e i flash di luce, infatti, possono interferire con il comportamento animale in frangenti delicati come l’accoppiamento o le migrazioni, e lasciare degli strascichi nei mesi e negli anni successivi.
Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Pacific Conservation Biology che ha fatto una revisione della letteratura in materia di impatto ecologico dei fuochi d’artificio, mettendo così a confronto contesti molto diversi. Dal Diwali, la festa delle luci, una delle ricorrenze più importanti dell’India, al 4 luglio statunitense, a grandi festival in Nuova Zelanda e in Europa.
“Il calendario annuale di alcuni eventi pirotecnici su larga scala coincide con i movimenti migratori o riproduttivi della fauna selvatica e può quindi avere effetti negativi a lungo termine sulla popolazione”, spiegano gli autori. “I fuochi d’artificio producono anche emissioni significative di materiali altamente inquinanti che contribuiscono in modo significativo all’inquinamento chimico del suolo, dell’acqua e dell’aria, con implicazioni per la salute umana e animale”. Soprattutto a causa del particolato sottile e dei perclorati rilasciati dai botti.
Un esempio su tutti: l’interferenza dei fuochi d’artificio con la riproduzione del passero comune in Europa. Uno studio realizzato a Valencia, in Spagna, rileva che gli effetti ecologici del rumore dei fuochi d’artificio possono essere a lungo termine e influenzare il successo riproduttivo. Tra aprile e maggio in città si svolgono diversi festival che includono fuochi d’artificio e il successo riproduttivo dei passeri domestici, misurato in base al rapporto tra adulti e giovani, “è risultato inferiore nelle città che ospitano i festival rispetto alle città di controllo senza festival. In particolare, l’annullamento delle feste nel 2020 a causa del COVID-19 ha fatto sì che il successo riproduttivo dei passeri in entrambi i gruppi di città diventasse uguale”, riporta lo studio.