La rivolta degli investitori: niente gas in tassonomia verde, nì al nucleare

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Pubblicazione: 9 novembre 2021

Tra poche settimane l’UE pubblicherà l’ultima versione della tassonomia verde

Il gas deve restare fuori dalla tassonomia verde, altrimenti la transizione energetica dell’Europa non è credibile. E sul nucleare servono più cautele, l’ok va dato solo dopo aver valutato l’impatto con criteri più stringenti in base al principio di precauzione. Parole che piombano come macigni sul dibattito sul testo UE che regolerà quali investimenti sono considerati sostenibili e quali no. A dirlo infatti sono proprio gli stessi investitori che decideranno dove incanalare i loro soldi.

È la posizione della Net-Zero Asset Owner Alliance (NZAOA). Si tratta di un organismo riunito sotto il cappello dell’Onu e composto ormai da 61 membri. Ne fanno parte non gli Stati ma alcuni tra le maggiori assicurazioni e fondi pensione al mondo. In tutto, il portfolio di questa alleanza si aggira sui 10mila miliardi di dollari.

L’Alleanza sostiene una tassonomia che sia credibile, utilizzabile, basata sulla scienza e sulle evidenze”, si legge nel documento preparato da NZAOA, visto in anteprima da Bloomberg News. Cosa dovrebbe fare l’UE per costruire una tassonomia verde degna di questo nome e allineata con gli obiettivi più ambiziosi sul clima, ovvero gli 1,5 gradi?

Prima di tutto, separare nettamente la strada del gas da quella della tassonomia verde. In questo provvedimento il gas non deve figurare. La sua inclusione “sarebbe incoerente con l’alto livello di ambizione del quadro tassonomico dell’UE nel suo complesso”. Il suggerimento che arriva dagli investitori è di creare un provvedimento ad hoc, separato dalla tassonomia verde, che dia un ruolo transitorio, con una scadenza chiara, agli investimenti nel gas. In parte è già stato fatto: l’ultima proposta mette una tagliola al 2030 per questi investimenti. Ma si tratta ancora di ritocchi al testo della tassonomia.
Diverso il parere sul nucleare. Per l’energia dall’atomo l’Alleanza consiglia di fare delle valutazioni più prudenti e, soprattutto, di usare criteri più stretti per giudicare l’impatto complessivo dell’energia atomica. Per il nucleare “sarà della massima importanza applicare criteri rigorosi nel valutare” il principio del non nuocere in modo significativo (do not significant harm) “rispetto agli altri obiettivi ambientali per identificare un potenziale allineamento della tassonomia”, recita il documento. In filigrana sembra di cogliere un riferimento alla questione delle scorie e del combustibile esausto, vero tallone d’Achille dell’ok al nucleare nella tassonomia verde.