Il rapporto dell’OMM sui livelli globali di gas serra
L’anno scorso la concentrazione di gas a effetto serra in atmosfera ha segnato un nuovo record assoluto, con la CO2 che è arrivata stabilmente a valori del 50% più alti rispetto a quelli dell’epoca preindustriale (l’anno di riferimento in questo caso è il 1750). “Non si vede la fine di questa tendenza al rialzo” dei livelli globali di gas serra, sottolinea il rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) pubblicato oggi in cui l’agenzia ONU fa il punto sui principali gas climalteranti.
“Nonostante decenni di avvertimenti da parte della comunità scientifica, migliaia di pagine di rapporti e dozzine di conferenze sul clima, stiamo ancora andando nella direzione sbagliata”, ha affermato il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas. “L’attuale livello di concentrazioni di gas serra ci pone sulla strada di un aumento delle temperature ben al di sopra degli obiettivi dell’Accordo di Parigi”, che sarà accompagnato da “condizioni meteorologiche più estreme, tra cui caldo e precipitazioni intensi, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, calore e acidificazione degli oceani. I costi socioeconomici e ambientali aumenteranno. Dobbiamo ridurre urgentemente il consumo di combustibili fossili”, ha concluso Taalas.
I livelli globali di gas serra oggi
I valori di CO2 in atmosfera sono arrivati, in media, a 417,9 ± 0,2 parti per milione (ppm) nel 2022. Nel 1750, l’anidride carbonica dispersa in aria è stimata in 278 ppm. Valori simili non si registrano sulla Terra da 3-5 milioni di anni. L’aumento non è lineare ma indica un’accelerazione. Negli ultimi 10 anni è cresciuto di oltre 22 ppm, mentre tra 2003 e 2013 era salito di 20 ppm e nella decade precedente di circa 19 ppm.
In termini assoluti, la variazione anno su anno tra 2021 e 2022 è di 2,2 ppm, ma anche se leggermente inferiore sia all’aumento registrato tra 2020 e 2021 sia a quello annuo medio dell’ultimo decennio (2,46 ppm), non è abbastanza per indicare un’inversione di tendenza. “Ciò è dovuto molto probabilmente alle variazioni naturali a breve termine del ciclo del carbonio e al fatto che le nuove emissioni derivanti dalle attività industriali hanno continuato ad aumentare”, spiega il rapporto dell’OMM.
In crescita anche i livelli globali di gas serra come il metano (CH4) e gli ossidi di azoto (N2O), due dei principali gas climalteranti insieme alla CO2. Per quanto riguarda il primo, i valori assoluti nel 2022 sono arrivati a 1923 ± 2 parti per miliardo (ppb), con un aumento annuo di 16 ppb inferiore a quello dell’anno precedente ma ben più alto dei circa 10 ppb di incremento medio annuo del decennio precedente. Gli ossidi di azoto sono invece cresciuti a un ritmo mai registrato prima, arrivando a 335,8 ± 0,1 ppb.
L’indice annuale dei gas a effetto serra (AGGI) mantenuto dalla NOAA statunitense e su cui si basa il rapporto dell’OMM mostra che dal 1990 al 2022 “l’effetto di riscaldamento sul nostro clima – chiamato forzante radiativo – da parte dei gas serra a vita lunga è aumentato del 49%, con la CO2 che rappresenta circa il 78% di questo aumento”.